RECENSIONI

MUSIC MAP

Bello quando qualcuno va sopra le righe. Se poi scrive storto o in una grafìa incomprensibile, poco male: è il sopra che conta.

Ogni tanto ti tocca in sorte chi sa essere off, sebbene off non sembri: qualcuno come Mario Alessandro Camellini, che anche se non strazia la tela come gli Splatterpink va sopra. Senza strafare, con garbo. Con misura, paradossalmente. Ma sopra.

O qualcuno come i Roslyn, trio nato a Trani quasi vent’anni fa. “Nomi” – autoprodotto – è soltanto il secondo album di una carriera defilata, perfino toccante nella incrollabile ostinazione del suo percorso sincero e caparbio.

“Nomi” è un disco sovraesposto e spavaldo. Un cassetto che trabocca di storie, volti, immagini. Drammi, sostanzialmente. Vite rotte, morte comune, sfumature varie di nero.

Per raccontarlo: il canto espressionista, quasi attoriale, sbilenco e gutturale di Enzo de Gennaro. Un crooning imperfetto come un vetro crepato, un dolente, straziato lamento che si innalza al limite della stonatura sul ritornello ampio e ferito di “Noir”. Un singhiozzo che buca musica sofferente: una musica in bianco e nero. Spettrale, stralunata, evocativa. Qualcosa tra i Diaframma di “Boxe”, i Piccoli Animali Senza Espressione, i Dorian Gray e i Litfiba di “17 re”.

Anche nei suoni, che non vogliono essere contemporanei: come virare una foto seppia per invecchiarla, come antichizzare un mobile. Accenna sfumature prog, si appoggia a synth timidi, scivola sulle liquide frequenze del basso di Eleonora Russo, lavora di intarsio con le parti di chitarra di Nazario Vigilante.

Accordi secchi e tesi segnalano il tuo ingresso nella mia memoria.

Chitarra nervosa nell’opener “Kajal”, tagliente ed affilata a disegnare contrappunti contorti nel finale disperato di “Armagnac”, incombente ed irrequieta nell’amore perduto di “Loto”, modulata e dilatata a ricamare scenari foschi in “Dehors”, quasi tremante nell’incubo di “Carillon”.

E poi, i testi. Determinanti, ineludibili. Vanno letti, interpretati, riletti, apprezzati per la ricercatezza che trasudano. Ermetici, procedono per flash, la parte per il tutto. Quasi il cut-up tanto caro ad Agnelli&soci, quel capire-non capire che ti fa viaggiare, ma intriso di un lirismo che lo rende squisito ed onirico.

Sono parole rivestite di una magia straniante a creare piccoli mondi attraverso i molti personaggi che li abitano. Parole che regalano il piacere profondo della scoperta, quella che vive in un verso, in un’immagine solo pensata, in una scena da film descritta alla radio. Nella poesia di “Nodi”, nel battito zoppicante di “Apnea”, nella disperazione che affiora dalle onde in “Omi”, ballata di chiusura bella e triste come un quadro di Hopper.

C’è troppo in “Nomi”: non so in quanti se ne accorgeranno, e devo dire che un po’ mi dispiace.

Il rifuggire dalla mediocrità – spesso neppure aurea – è già elevarsi, fosse anche solo un tentativo. Puro, trasparente, tormentato come questo disco.

E’ il sopra che conta.

                                                                                         Manuel Maverna di Music Map

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INDIPERCUI

Voce sghemba e fuori controllo per un disco che associa poesia viscerale con qualcosa che è in comune con tutto ciò che ci portiamo dentro in un’alternanza continua pronta e inossidabile nel tempo. Il disco dei Roslyn si affaccia sul panorama dell’alternative italico, ma con piglio dei ’90 rispetto ad una musica contemporanea, intascando energia che si fonde con parole taglienti e di sicuro effetto pronte a rinfrancare l’etere utilizzando un linguaggio che produce e delimita, assottigliando i bisogni e scaraventando al suolo un’inutilità sempre presente. Canzoni di vita quindi che riescono ad incentrare il loro punto focale all’interno di desideri sempre nuovi di ricostruire certezze all’interno di una quotidianità che abbraccia e divora. Nomi, parole, disegni che via via si definiscono, ma che lasciano buona parte di sé all’immaginazione in visioni abbandonate ad un bicchiere di alcol lasciato sul tavolo e il desiderio inespresso di comunicare perennemente, con linguaggio poetico, un senso a tutto ciò che tocchiamo, un senso a tutto ciò che accarezziamo. 

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VIVALOWCOST

“Gocce” è la tagliente cascata sonora dei Roslyn

Nazario Vigilante, Enzo de Gennaro ed Eleonora Russo sono i Roslyn, interessante band pugliese che ha da poco publicato il cd dal titolo “Gocce”. L’anima dell’album è prevalentemente rock e riflette una capacità compositiva graffiante che riesce a colpire nel segno. L’ascoltatore si sente immerso nel mondo Roslyn sin dalla prima nota e ne può apprezzare le melodie di pregiata fattura e le ritmiche sempre rinnovate e incalzanti. Il fatto che il trio di Trani abbia alle spalle più di dieci anni di carriera ed abbia fatto da support-band per i Blonde Redhead denota una certa caparbietà ed una decisa inclinazione artistica verso un certo tipo di musica. Tornando al nuovo disco bisogna sottolineare come i dieci brani di “Gocce” rappresentino dieci tappe di vita e di esperienze diverse e segnino profondamente le diverse sfumature di un elemento vitale come l’acqua.

Nello specifico “Nebbie” esordisce con un sottofondo marino per poi abbandonarsi a un muscolare riff di chitarra e a un cantato aggressivo e passionale; si passa poi ad “Acrobati” con un vestito più elettronico e un ritornello deflagrante che si conficca perfettamente nell’equilibrio della canzone. “Estate” parte con una chitarra morbida e conserva

quest’atmosfera meno rockeggiante a favore di una melodicità che conferisce al disco un primo momento di relax dalla tensione sonora. “Lexotan” è un brano pieno di interessanti spunti sia dal punto di vista testuale che melodico: il trio ha saputo inanellare espedienti che contribuiscono alla realizzazione di uno dei più bei pezzi del disco. Molto interessante è anche “Evapora” che rispolvera l’attitudine indie-rock e propone un brano monolitico che non si scalfisce ed arriva dritto alle orecchie dell’ascoltatore. “L’alba” è un brano dal sottofondo cupo che rivela una luminosità intensa soprattutto nel testo. Il disco è chiuso da un pezzo tirato dal titolo “Bonsai” che recupera il cantato graffiante e i bei riff di chitarra della prima parte della tracklist. Nazario, Enzo ed Eleonora dimostrano di avere le idee chiare, una grande passione per la musica e le capacità per poter realizzare tutto ciò che hanno in mente. “Gocce” può rappresentare il primo passo di una band che potrà riservare grandi sorprese in futuro perchè sa sintetizzare l’indie-rock con varie sfumature della musica contemporanea.

                                                            Antonio Giovanditti (redazione VivaLowCost)

VIVALOWCOST


SHELVE.IT

“Gocce è il primo lavoro ufficiale dei Roslyn.

Album indie rock dal sapore new wave.

Intrecci di chitarra e basso sono amalgamati da un utilizzo dell’elettronica mai invadente che rende avvolgenti le sonorità del disco.

I testi, attraverso un percorso intimista, indagano stati d’animo e affrontano tematiche sociali.

Parole e musica si fondono perfettamente in dieci tracce che offrono momenti intensi ed eleganti ma anche incursioni decisamente rock ed aggressive.”

                                                          

SKELVE.IT


INDIEPERCUI

“Concept album sull’acqua che prende forma estrapolando direttamente materia sonora dalle nuvole che in un ciclo continuo rigenerano fonte di vita.

Un disco di indie rock campionato e suonato in divergenze elettroniche pronte a colpire quando meno te lo aspetti ricordando i primi La Crus e mescolando il cantautorato sofferto alle incursioni new wave che si mescolano in modo egregio e dirompente.

Tre componenti Enzo de Gennaro alla voce, Nazario Vigilante alla chitarra e alle programmazioni e Eleonora Russo al basso, che danno vita ad una piccola opera racchiudendo esperienze ed energie diverse, intrise di una lirica mai scontata e elegantemente costituita parte integrante di un qualcosa di più grande e ammirevole.

Prova superata quindi che parte con il singolo di debutto Nebbie per concludersi con l’elettronica di Bonsai passando per L’Alba, una nuova nascita, una rinascita che dona freschezza sonora al tempo che deve ancora arrivare, avvolgendo il tutto con pioggia colante lacrime in un proseguo di meraviglia Kuntziana.”

                                                            Marco Zordan

INDIEPERCUI


MUSICA ITALIANA EMERGENTE

“Nel novembre 2014 è stato pubblicato GOCCE, nuovo concept album dei Roslyn, gruppo pugliese con all’attivo 6 fatiche artistiche come Roslyn (2001), Dove gli angeli esitano (2002), Seta (2005), Ruggine (2009), Luminol (2011) e Plays (2012).

Diverse anche le apparizioni live in contest e festival come Rock Targato Italia, Music Village e la partecipazione anche in “Riflessi”, cortometraggio di Nicolò Scarano.

“Gocce” è un insieme di elementi che cercano la sintonia, dall’intimo percorso dei testi alla voce graffiante, voce che di sicuro potrà lasciare nel dubbio alcuni, ma che amplifica e rende reale la sofferenza dei testi, che trovano ispirazione nelle tematiche sociali.

L’album è un viaggio attraverso il cuore e la mente dell’autore che grida al mondo i suoi sogni e che amplifica attraverso suoni pieni di energia e di passione. E’ molto passionale nei testi e negli arrangiamenti e a volte i brani hanno una costruzione con più pancia che mente.

La benzina di questo album è sicuramente la passione per la musica e i Roslyn riescono a comunicare la loro musica in 10 brani dal sapore new wave.

Alcuni testi descrivono la battaglia interiore tra passione e razionalità che la sensibilità delle persone porta a costruire nel proprio animo e che a volte non trova vincitore, mentre altri come “Nebbie” racconta dei sogni che vengono cancellati dalla realtà e dai giorni che viviamo.”

                                                            Salvatore Imperio